Il Disegno di Legge Quintarelli approvato lo scorso anno dalla Camera dei Deputati, è pronto per essere votato in Senato e dare una forte batosta ad Apple ed i suoi iPhone.
Al giorno d’oggi, gli smartphone riflettono in essi una popolazione, italiana ed internazionale, sempre più immersa in social e nelle comunicazioni digitali. Se fino a 10 anni fa, l’utilizzo dei telefoni era relativo, oggi sono una cosa indispensabile, un bene “quasi” di prima necessità per molti cittadini nel quale trovano uno specchio della propria vita e di ogni giornata.
Gli smartphone, e con essi i sistemi operativi, rappresentano un’importante risorsa sia in ambito business che consumer. Se da una parte possono essere utilizzati da tutte le persone per navigare nei social, dall’altra si identificano in degni strumenti di lucro molto performanti, soprattutto nell’era in cui ci troviamo.
App e Store
I sistemi operativi più popolari al giorno d’oggi sono 3 e, secondo i dati Kantar diffusi pochi giorni fa, sono così distribuiti:
- Android al primo posto con l’81.8% del Market Share;
- iOS al secondo col 14.3%;
- Infine, Windows al terzo con solo il 3.6%.
Ognuno di questi sistemi, per poter funzionare al meglio, ha bisogno di un App Store in cui sono contenute tutte le app facilmente accessibili ed installabili dagli utenti.
Ma se io volessi installare un’app non presente nello store tramite il file di installazione? Beh, l’installazione di app al di fuori dello store può avvenire su tutti i terminali Android o Windows, ma non su quelli iOS, quindi iPhone ed iPad (per lo meno non legalmente). Questa tesi è il fulcro di questo nostro articolo.
La camera contro Apple
Stafano Quintarelli, membro di Scelta Civica e onorevole nel nostro parlamento, lo scorso anno ha proposto un DDL (Disegno di Legge) alla camera. Questo DDL riguardante le telecomunicazioni digitali ed internet, è stato successivamente approvato alla camera il 7 Luglio 2016 ed un articolo al suo interno enunciava:
Gli utenti hanno il diritto di reperire in linea, in formato idoneo alla piattaforma tecnologica desiderata, e di utilizzare a condizioni eque e non discriminatorie software, proprietario o a sorgente aperta, contenuti e servizi leciti di loro scelta.
che tradotto sta a significare:
Tutti devono poter scaricare il file di installazione di un’app, che esso sia .apk, .xap o .ipa, ed installarlo sul proprio terminale senza alcun tipo di restrizione.
Attualmente questo disegno di legge è al Senato e sarà votato nei prossimi giorni.
Aggiornamento
Il deputato ci tiene a precisare che la condizione enunciata sopra potrà essere applicata solo nel caso in cui si sia commesso un crimine, non vale come legge standard. Ciò sta a significare che la vendita di iPhone non verrà bloccata nel nostro paese. Restiamo attivi per ulteriori dettagli.
Risposta da Cupertino
Come detto in precedenza, Google e Microsoft già concedono da diversi anni questa libertà, ma stessa cosa non viene offerta da Apple. I possessori di iPhone, iPad o iPod, infatti, non hanno i privilegi per procedere con l’installazione dei file .ipa al di fuori da App Store. Se questa legge dovesse passare anche al Senato, quindi venir approvata in via definita, la casa di Cupertino rischierebbe di non poter più vendere i propri dispositivi in Italia, a meno di alcune modifiche al sistema operativo.
Ovviamente l’azienda non ha tardato a dire la sua e, come riportato da corriere.it, ha affermato:
Finirà che dovremo fare un cellulare apposta per l’Italia. O bloccare i nostri.
Noi non siamo un blog politico, quindi ci asterremo dall’esporre nostre considerazioni riguardo la creazione e l’accettazione del Disegno di Legge in questione. Vi invito a leggere l’articolo dettagliato sul sito del Corriere.