Dopo le acclamate stagioni precedenti, è uscita su Netflix la quarta stagione di “Black Mirror”. Qui la nostra recensione e l’analisi episodio per episodio.
Cos’è Black Mirror
“Black Mirror” è una serie prodotta dal 2012 molto differente dalle serie canoniche che si possono vedere in televisione o in streaming sul web. Ogni episodio è a se stante, con un regista ed una trama diversa, dove l’unico filo conduttore di ogni episodio è il modo in cui la tecnologia sta cambiando e cambierà le nostre vite sottolineando come l’assuefazione ad esse non porti solo benefici ma anche effetti collaterali. Alcuni esempi sono l’utilizzo di nuovi mezzi di comunicazione, la creazione di nuovi videogiochi, le applicazioni per smartphone nel prossimo futuro e così via.
Ogni trama è implementata in un contesto odierno o in un futuro prossimo, in cui ogni invenzione tecnologica o idea paradossale ma realistica ha destabilizzato la società, le persone o gli eventi in qualche maniera.
Acclamata dalla critica e dal pubblico, “Black Mirror” è arrivata alla sua quarta stagione su Netflix, ecco qui la nostra analisi episodio per episodio.
“USS Callister” – Star Trek e realtà virtuale
“USS Callister” si presenta come episodio pilota della nuova stagione di “Black Mirror”. La puntata ci porta ai giorni nostri, dove troviamo Robert Daily, direttore artistico e cofondatore di una casa produttrice di videogiochi la quale ha creato un videogioco procedurale online – ovvero che è sempre in espansione – ambientato nello spazio. Robert è una persona molto timido che si trasforma nel suo opposto, invece, quando si ritrova dopo il lavoro a casa sua, dove gioca ad una versione offline del gioco da lui creato in una veste del tutto nuova, tipica delle serie tv anni ’80, con i membri dell’equipaggio che prenderanno le fattezze dei suoi colleghi di lavoro. Robert diventa qui il capitano della USS Callister, dove non sarà più un timido capo ma uno sfrontato comandante.
Palese tributo alla serie “Star Trek”, “USS Callister” risulta l’episodio più lungo della stagione. Diretto da Toby Haynes – regista di “Sherlock” e “Doctor Who” – l’episodio ha una trama che non brilla di particolare originalità, ma anzi ci ammorbidisce e ci tiene pronti per le puntate successive, decisamente più violente e dispotiche. La regia fa il suo dovere, il montaggio e la fotografia rimane su alti livelli, gli standard ai quali la serie ci ha abituato. L’episodio è pregno della CGI, ma non ce la fa pesare, anzi, ci ricorda un blockbuster hollywoodiano. Non l’episodio più memorabile della stagione, ma riesce comunque a tenerci incollati allo schermo fino alla fine.
“Arkangel” – Quando la protezione diventa ossessione
Questo episodio ha avuto un alto tasso di curiosità per via della regia dal nome altisonante: Jodie Foster. La storia parla di una giovane madre la quale, dopo aver perso sua figlia di vista, ha paura di non riuscire a prendersi cura di lei. Questa preoccupazione la farà rivolgere ad un centro medico che sperimenta il progetto “Arkangel“, una sorta di impianto sottopelle che non solo permette di osservare cosa fa la bambina tramite un tablet, ma anche di oscurare scene violente o comunque non adatte ad una minorenne. Questo però fa sfociare il troppo senso di protezione in ossessione, anche quando la bambina diviene una adolescente, raggiungendo il suo climax in un finale che lascerà a bocca aperta.
Jodie Foster ha messo tutta se stessa nella regia, ispirandosi al rapporto con la propria madre. La direzione artistica non risulta mai banale, seppur in alcune scene si intraveda la mancanza d’esperienza della Foster. Il senso di ansia e ossessione esce fuori dallo schermo, facendoci immergere totalmente nei panni della figlia.
“Crocodile” – Nei ricordi di una persona
Con alla regia John Hillcoat – regista di “The Road”, “Lawless” – e con attrice principale Andrea Louise Riseborough – vista in “Animali Notturni” – “Crocodile” è l’episodio con una trama sensazionale. Ambientato in un futuro prossimo in Islanda, veniamo a conoscenza di una tecnologia che permette di visualizzare a schermo i ricordi dedicato non solo alla polizia per le indagini ma anche ad aziende, come ad esempio le compagnie assicuratrici. Vedremo, quindi, un’agente assicurativa che indaga su un incidente causato da una macchina guidata senza conducente, la quale la porterà a rivivere i ricordi di Mia, un’architetta molto famosa che però nasconde terribili segreti.
L’episodio è eccezionale. La gamma di colori molto fredda e le musiche quasi mancanti accentuano tutta la trama molto cupa e violenta. Uno degli episodi più belli e completi delle serie che, con la regia magistrale e le interpretazioni perfette, faranno rimanere lo spettatore con il fiato sospeso fino alla fine.
“Hang the DJ” – Come trovare il partner nel prossimo futuro
L’episodio ci racconterà come le app di appuntamenti hanno influenzato il nostro mondo. In un futuro dispotico faremo la conoscenza di Frank e Amy – impersonati da Georgina Campbell e Joe Cole – , due ragazzi che si ritrovano con altre persone all’interno di mura perimetrali alte come grattacieli, nel quale l’unico scopo è trovare l’anima gemella. Questo avverrà attraverso un’applicazione che combina incontri con persone casuali facendo rispettare regole molto rigide nei tempi stabiliti da essa stessa, ma non è tutto come sembra. Il finale è da applausi.
L’episodio richiama molto lo splendido “San Junipero”, con una storia romantica e positiva. La regia è stata affidata a Tim Van Pattern, celebre per “Boardwalk Empire”, “Il Trono di Spade” e “I Soprano” ed è ben curata e la fotografia è eccelsa. Inoltre, Hang the DJ è caratterizzato da scene di sesso, ironia e romanticismo, le quali però non stancano lo spettatore. Certo, “San Junipero” era di un altro livello, ma questo episodio non passerà di certo inosservato.
“Metalhead” – Attenti ai cani!
L’episodio si presenta come il più corto della stagione; all’inizio della puntata facciamo la conoscenza di un gruppo di tre persone, che cercano delle provviste in un magazzino in un mondo post-apocalittico e, dopo aver spostato uno scatolone, si troveranno faccia a faccia con un cane meccanico, il quale li inseguirà per ucciderli.
L’episodio è molto atipico, girato totalmente in bianco e nero per accentuare il mondo in rovina in cui è ambientata la storia. A mio parere, risulta il meno riuscito della stagione, il quale vuole richiamare elementi delle pellicole horror/slasher ma lo fa in maniera frettolosa e senza contesto, seppur l’inseguimento risulti avvincente.
La regia è stata affidata a David Slave, il quale ha diretto video musicali, episodi di serie tv e pellicole quali “30 giorni di buio” e “Hard Candy”, facendo risultare il lavoro certosino e ben curato. L’episodio, in definitiva, non aggiunge molto all’universo di “Black Mirror” e risulta molto meno incisivo rispetto agli altri della stagione.
“Black Museum” – Storie criminali
L’episodio “Black Museum” è uno dei più rappresentativi della serie. Qui troviamo molte citazioni non solo agli episodi di questa quarta stagione ma all’intera serie, e, come vedremo, si diversifica dagli altri grazie ad un collegamento diretto ad un episodio precedente, quello di “San Junipero”, dove il proprietario del Black Museum lavorava appunto nella suddetta clinica.
Ci verranno presentate tre storie, tutte collegate in qualche modo all’ ex ricercatore di “San Junipero”:
- la prima racconta di un medico nel quale è stato impiantato un sistema in grado di percepire il dolore delle persone per effettuare diagnosi altamente precise;
- la seconda storia narra di una donna, entrata in coma vegetativo a causa di un incidente, dove la sua coscienza verrà impiantata nel cervello del marito, ricevendo tutte le sensazioni che prova lui;
- infine, la terza narra di un carcerato diretto al braccio della morte, il quale potrà continuare a vivere grazie alla creazione della sua anima digitalizzata e fatta ad ologramma. Il finale ci condurrà alla collisione delle tre storie.
La regia è dello scozzese Colm McCarthy, regista di “Sherlock” e “Doctor Who” che riesce perfettamente a collegare le storie delineando un’ottima trama quasi da film. La scelta estetica di sceneggiare l’episodio in un museo affianco ad una stazione di rifornimento “elettrica” nel deserto è azzeccata, creando un senso di claustrofobia. L’episodio esce dai binari noti cercando un riferimento agli episodi precedenti, riuscendoci egregiamente.
Specchio nero
I nuovi episodi di “Black Mirror” sono diversificati e ad ognuno sono state affidate tematiche diverse, dal thriller allo sci-fi, dal dramma al sentimentale, e come tutti gli episodi precedenti lasceranno un enorme interrogativo: ciò che ho appena visto è realmente una visione realistica di quello che accadrà negli anni a venire?
I nuovi episodi di “Black Mirror” sono disponibili su Netflix dal 29 dicembre 2017.