Recensione “Dumbo”: La Disney vola?

Dopo qualche giorno dall’uscita nelle sale arriva la nostra recensione di “Dumbo”. Sarà riuscita la Disney a far volare uno dei suoi primi classici trasposto in live action?

Trama e Struttura

“Dumbo” è forse uno dei più grandi cartoni animati mai fatti. Molte sue scene vengono tutt’ora ricordate come dei capisaldi per l’animazione odierna. Basti pensare alla famosissima scena degli Elefanti Rosa, oppure alla nascita dello stesso elefantino. Qui la sinossi della trasposizione live action:

Un tempo Holt era un artista del circo, ma in seguito alla sua chiamata in guerra è tornato a casa profondamente cambiato.L’impresario circense Max Medici lo ingaggia per prendersi cura di Dumbo, un cucciolo di elefante con due orecchie enormi che lo rendono lo zimbello dello staff del circo, e già gravato da pesanti difficoltà. Ma quando i figli di Holt scoprono che Dumbo è in grado di volare, entrano in scena l’imprenditore dalla lingua biforcuta V.A. Vandevere e l’acrobata Colette Marchant. Questi ultimi due faranno di tutto per rendere l’elefantino una star.

La Disney, percorrendo la scia delle trasposizione in live action – con attori in carne ed ossa – dei suoi classici d’animazione, cerca di portare su schermo anche l’elefantino volante, con alla cinepresa un regista d’eccezione quale Tim Burton. Il film classico, il quale dura poco più di un’ora, era abbastanza difficile da adattare per gli standard odierni, si è voluto optare per una versione realistica del tutto, il quale non ha permesso agli animali di “parlare” e di incentrare molte vicende sui personaggi interpretati da Colin Farrell, Eva Greeen, Danny DeVito, e così via. La trama si discosterà molto da quella del cartone animato, facendo passare Dumbo in secondo piano in molte scene.

Analisi della trama

“Dumbo” prende spunto dal cartone animato classico, aggiungendo vari elementi alla sua trama, le vicende non tratteranno più solo dell’elefantino volante alla ricerca della sua mamma strappata da lui appena nato, ma anche del rapporto di Holt, un reduce di guerra, e dei suoi figli, i quali cercheranno di far ricongiungere mamma Djumbo ed il piccolo Dumbo. In scena vi saranno anche l’imprenditore Vandeverve, il quale vorrà Dumbo a tutti i costi nel suo parco divertimenti Dreamland e la sua compagna Colette, la quale prenderà le distanze da quel luogo fatto di reclusione e finta magia.

Il film è molto valido, con una sceneggiatura rivisitata e ben adattata alla pellicola. Delusione per la regia, non tanto per quanto riguarda la messa in scena del tutto, ma perché la mano di Tim Burton è difficile da vedere, sembra abbia fatto un semplice compitino.

Dumbo e non solo…

Lo scopo del film era di riportare su schermo il piccolo elefantino, impresa difficile ma che è stata ampiamente riuscita in quanto i personaggi hanno avuto una buona caratterizzazione. Holt si è rivelato un ottimo comprimario, Colin Farrell è riuscito a dare un tocco in più al suo personaggio, così come Eva Green, che nelle scene che vedevano la sua comparsa riusciva ad aggiungere un tocco di magia e mistero. Diversamente si può dire sugli altri protagonisti messi in scena.

Partiamo dai figli di Holt, Milly Farrier, interpretata da Nico Parker, è risultata monoespressiva, forse complice il doppiaggio in italiano che non ha saputo dare tonalità alla sua recitazione, l’altro figlio, Joe, a tratti veramente poco rilevante, se non ci fosse stato nessuno se ne sarebbe accorto. Danny DeVito è risultato piuttosto stereotipato, non si conosce granché della sua storia, né del suo background, sarebbe stato bello vedere un suo maggiore approfondimento.

Che dire di Vandemere ed il suo braccio destro Neils? Due cattivi stereotipatissimi e alquanto imbranati, facendo perdere credibilità alla decisione di rendere il tutto reale. Molto appagante e positiva la realizzazione su schermo di Dumbo, molto convincente, la quale riuscirà a far intenerire anche i cuori più freddi.

Dumbo è riuscito a volare? (sezione spoiler)

La trama di Dumbo prende spunto dal cartone, aggiungendo varie idee interessanti. Difficile, però, non fare paragoni con la controparte animata.

Perso totalmente il contatto con gli animali, il topo Timoteo, mentore di Dumbo, il quale lo spronerà a volare, è relegato ad un semplice cameo in una gabbietta di topini ammaestrati. Delusione totale per la trasposizione della scena degli Elefanti Rosa, totalmente corta e priva di contesto, in quanto Dumbo ha le allucinazioni dopo aver bevuto alcool, mentre nel live action vengono presentati sotto forma di bolle di sapone prima dello spettacolo. A sottolineare questa forzatura una scena alquanto bizzarra dove il Medici dice ad un aiutante di non portare alcool mentre Dumbo faceva il bagnetto. Un peccato.

Altro punto a sfavore la realizzazione di Dreamland, il parco divertimenti prende palese spunto da “La Fabbrica di cioccolato”, anch’essa pellicola di Burton, il quale sembra ne ricicli gran parte della scenografia iniziale. L’ingresso a Dreamland è uguale a quello della fabbrica sopracitata.

Inspiegabile come la gente possa deridere un elefantino tanto carino, la resa non è convincente perché Dumbo è stato fatto così teneramente da non poter suscitare una reazione di disprezzo e goliardia verso il cucciolo. Come non citare il finale? Completamente diverso dal cartone. Difatti nel cartone Dumbo imparerà a volare, riuscirà a diventare una star e a ricongiungersi con la madre. Nel film del 2019 si va in una direzione opposta, dove Dumbo e mamma Djumbo vengono salvati da Dreamland e spediti in Asia nel loro habitat naturale.

Ci sarebbe molto da dire sulle differenze cartone/pellicola, citiamo anche l’uccisione di un membro del circo all’inzio del film da parte della madre Djumbo. Tuttavia la pellicola funziona bene perché molti elementi sono amalgamati e riusciti, vedesi la storyline parallela tra Holt e Colette.

Sembra di stare al circo

Nulla da dire sul comparto tecnico, Dumbo è reso magistralmente su schermo, ottima la computer grafica sul cucciolo, che si farà amare dallo spettatore. Scenari ed altri elementi su schermo resi splendidamente dalla CGI, la quale immergerà lo spettatore in un vero e proprio spettacolo circense.

Diversamente le musiche che accompagnano la pellicola sanno di già sentito, un peccato anche per le canzoni originali, quasi totalmente assenti, eccezion fatta per la famosa “Bimbo mio” quando Dumbo abbraccia la mamma rinchiusa nel carro. La canzone per la pellicola italiana è cantata da Elisa, la quale però si limita solo a quel minuto di notorietà. Occasione mancata.

Conclusione

“Dumbo” riporta in sala l’elefantino volante, e ci riesce piuttosto bene, tante però le occasioni mancate, partendo dal cast che non aggiunge quasi granché di personale, con nomi altisonanti che fanno il minimo indispensabile e una regia di Tim Burton che di Tim Burton vede solo il nome.

Occasioni mancate anche per le musiche originali del cartone totalmente assenti e un finale/denuncia che tanto denuncia non è. Tuttavia il film si rivela godibile e mai stancante, divertente e non impegnativo, il quale farà amare un carinissimo elefantino con le orecchie a sventola, Dumbo!

E voi avete visto Dumbo? Cosa ne pensate? Fatecelo sapere con un commento!